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Soprattutto in ambito lavorativo, essere “multitasking” viene considerata una delle "soft skills" più importanti: quanto più si riesce a svolgere diverse cose insieme, tanto più si è considerati efficienti e produttivi.
Ma è davvero così?

 

Per capire la questione bisogna partire da un concetto di base: un computer che lavora in “multitasking” in realtà fa sempre e solo una cosa alla volta. Il trucco è che lo fa velocemente: in pratica, porta avanti più progetti contemporaneamente, concentrandosi ora su uno, ora sull’altro.

Il nostro cervello non è poi così diverso da un computer: non è possibile scrivere una mail mentre si parla al telefono. Il cervello per una frazione di secondo scrive la mail e per un’altra frazione parla al telefono, e quindi in realtà la persona sta scrivendo e ascoltando solo per la metà del tempo che crede di impegnare in queste attività.

1) Cosa succede a livello chimico e a livello molecolare quando si lavora in “Multitasking”?

L’illusione di poter fare più cose contemporaneamente fa produrre più dopamina, che ci fa sentire momentaneamente soddisfatti e ci induce a produrre una nuova “dose” grazie ad una nuova serie di compiti svolti in rapida successione e alternanza.
In realtà si produce uno sforzo cognitivo continuo che alla lunga si paga in termini di stress, ansia e affaticamento mentale.
Inoltre recenti studi studi hanno dimostrato che il “multitasking” comporta un più rapido esaurimento di glucosio ossigenato, la sostanza che ci consente di rimanere concentrati. Ecco perché lavorare in questa modalità ci fa sentire spossati e stanchi anche dopo poche ore.


Quindi quando lavoriamo in modalità “multitasking”, siamo meno efficienti, in quanto il cervello non è più in grado di separare le informazioni utili da quelle inutili, rimanendo ricettivo verso qualsiasi stimolo esterno. In questo modo siamo costretti ad uno sforzo di concentrazione enorme, a cui però non corrispondono risultati utili per nessuna delle attività di cui ci stiamo occupando.

2) A quali problemi può portare un eccesso di “multitasking”?

Tra i problemi sviluppati da chi lavora tutti i giorni su più cose in contemporanea ci sono:
- Difficoltà a organizzare i pensieri
- Incapacità di filtrare le cose irrilevanti
- Difficoltà a ricordare quello su cui ha lavorato
- Distrazione cronica.


Nella peggiore delle ipotesi, si può addirittura arrivare ad una diminuzione di 10/15 punti del Q.I. con gravi conseguenze sulle capacità cognitive e sulla gestione delle emozioni.

3) Come si può evitare il “multitasking”?

Per essere produttivo è fondamentale come ottimizzare il tempo a disposizione, eliminando gli sprechi e pianificando in maniera efficace ed efficiente le attività.
Per evitare il multitasking si può provare con questi accorgimenti:
- Definire le priorità su 3-4 livelli: urgente, importante ma non urgente, non importante etc.
- Preparare una lista "To Do" prima di iniziare a lavorare
- Concentrarsi su un compito alla volta
- Concedirsi delle pause dopo aver concluso ogni compito


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