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4GIORNISETTIMANA

A ottobre il brand di abbigliamento spagnolo "Desigual" proporrà ai propri dipendenti il passaggio da 5 a 4 giorni lavorativi (3 in sede, 1 da remoto), ma con riduzione dello stipendio del 6,5%.

Torna quindi di attualità il tema della settimana lavorativa di 4 giorni: dopo che la pandemia ha cambiato le abitudini lavorative, molti paesi stanno valutando dei progetti pilota per testare l'efficacia della "Settimana Corta", già adottata da Francia, Olanda, Norvegia e Danimarca.

Vediamo brevemente i casi di Islanda, Scozia, Spagna e Giappone, i più recenti in ordine temporale.

Islanda

Il governo islandese tra il 2015 e il 2019 ha promosso un esperimento che ha coinvolto 2500 lavoratori della capitale Reykjavik, provenienti da diversi settori (scuole materne, uffici pubblici, ospedali, servizi sociali): per questi lavoratori, la settimana lavorativa è passata da 40 a 35 ore settimanali, con stipendio invariato.

Quest'anno sono stati pubblicati i risultati del progetto, estremamente positivi: maggior produttività, meno stress e miglior equilibrio lavoro-vita privata per i dipendenti coinvolti. Il successo dell'esperimento ha convinto i sindacati a rinegoziare i contratti di lavoro, e attualmente l'86% dei lavoratori islandesi è passata, o ha diritto, a orari più brevi mantenendo la stessa retribuzione, come nell'esperimento

Scozia

Ad aprile il governo scozzese ha previsto uno stanziamento di 10 milioni per finanziare le sperimentazioni nelle aziende: uno dei progetti pilota riguarda la riduzione del 20% dell'orario di lavoro per un periodo di tre anni, per circa 20 mila lavoratori.

A settembre sono stati pubblicati i risultati di un sondaggio dell'”Institute for Public Policy Research” fatto a 2 mila lavoratori: l'80% degli intervistati si è mostrato favorevole alla riduzione dei giorni di lavoro, l'88% ha dichiarato di essere disponibile a partecipare al progetto pilota e il 65% sostiene che questa formula possa aumentare la produttività del paese. Come prevedeibile, la proposta è stata particolarmente apprezzata dai giovani: l'89% degli intervistati tra i 16 e i 44 anni si è mostrato favorevole al progetto.

Spagna

Al di là del caso del brand di abbigliamento di Desigual, il dibattitto in Spagna sulla “settimana corta” è molto attivo: su proposta del partito progressista “Mas Pais”, il governo spagnolo sta valutando di stanziare 50 milioni per un progetto pilota.

Il progetto prevede la riduzione a 32 ore della settimana lavorativa per 3 anni per circa 200 imprese, che per accedere ai fondi devono però garantire lo stesso stipendio (a differenza della proposta di Desigual) e il mantenimento dello stesso numero di lavoratori: per queste aziende il governo coprirebbe i costi per il 100% nel primo anno, per il 50% nel secondo e per il 33% nel terzo. 

Giappone

Ad aprile il governo ha inserito nelle linee guida del piano economico annuale un progetto che prevede la riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni, su scelta facoltativa dei dipendenti: l'esempio di riferimento è quello di Microsfot che nell'agosto del 2019 propose la settimana corta ai dipendenti della sede di Tokyo, con risultati molto positivi per quanto riguarda produttività, costi del lavoro, inquinamento e feedback dei dipendenti.  

Tra gli altri, lo scopo principale della proposta quello di provare a risolvere la piaga del “karoshi”, termine che indica “la morte per troppo lavoro” causata da suicidi, infarti o ictus dovuti ai massacranti ritmi di lavoro, un fenomeno dilagante in Giappone: ridurre le ore di lavoro servirebbe a tutelare il benessere dei lavoratori, a migliorarne l'equilibro lavoro-vita privata e a ridurre lo stress.

 

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