Abbiamo a chiesto a Francesco Perillo, HR Manager, e a Francesco Zuccarello, Talent Acquisition Specialist, di presentarci i trend che secondo loro domineranno il mondo delle Risorse Umane nel 2022
1) HR Analytics, lavoro ibrido, reskilling, IA, coinvolgimento e benessere dei dipendenti, tecnologia, "Generazione Z", mobilità interna, inclusività, "GIG Economy" e benefit: quali tra questi trend secondo te prevarranno sugli altri?
Francesco Perillo:
Fra i vari trend sceglierei sicuramente il coinvolgimento e il benessere dei dipendenti.
Il benessere dei collaboratori deve essere visto come una chiave per il successo: l modo in cui i collaboratori vivono la relazione con l'azienda di cui fanno parte incide notevolmente sulla motivazione e l’engagement.
In questo circolo virtuoso elementi come la motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono fondamentali per l'incremento del benessere psicofisico, che poi si riflette sulla soddisfazione e sulla produttività. Una maggiore attenzione al dipendente può portare a risultati concreti come maggiore efficienza dei dipendenti, incremento generale della produttività, migliore reputazione dell’azienda, attrattività per i talenti, riduzione dei tassi di assenteismo.
Francesco Zuccarello:
I temi di cui si parlerà molto a mio avviso saranno i seguenti: lavoro ibrido, coinvolgimento e benessere dei dipendenti (e quindi anche benefit), "Generazione Z" e inclusività.
2) Come la pandemia ha impattatto e influito su questi trend?
FP:
La pandemia ha impattato in modo irreversibile su tutti gli aspetti e le funzioni delle organizzazioni, provocando danni economici e umani di cui si iniziano a intravedere le dimensioni. Se l’HR saprà imparare da questa esperienza in termini di flessibilità e di predisposizione al cambiamento, allora potrà guidare l’azienda con coraggio dentro a una nuova fase.
L’aspetto su cui la pandemia ha impattato maggiormente è la relazione tra manager e collaboratori: il lavoro da remoto ha spinto e obbligato il primo a concedere più fiducia ai collaboratori e la distanza tra le due parti si è accorciata.
FZ:
La pandemia ha impattato fortemente sui trend sopra elencati, portando i lavoratori a valutare le proprie priorità, le proprie esigenze lavorative e personali, la balance Work-life: chi prima metteva in cima il lavoro, oggi chiede un maggiore equilibrio per il proprio benessere. I lavoratori si sono resi conto che il tempo è una risorsa più preziosa dei soldi, e chiedono spesso di poter svolgere smartworking per avere tempi di vita più tranquilli.
Altro tema su cui ha influito la pandemia è legato all'inclusività, un tema con sempre più maggior rilevanza per il management. Le normative o politiche che combattono le discriminazioni possono fare la differenza creando un percorso più favorevole verso l'inclusione e la disabilità. Un azienda inclusiva attrae maggiori talenti.
3) Considerando questi trend e le profonde modifiche nel mondo del lavoro degli ultimi 2 anni, quali sono le qualità più importanti/quali saranno le qualità più importanti per un recruiter o un team HR?
FP:
Le caratteristiche del recruiter del domani saranno quelle di un recruiter 4.0, che quindi dovrà essere un innovatore aperto alla digitalizzazione, esperto nelle tecniche di recruiter marketing, brand ambassador e people manager.
FZ:
Le qualità più importanti per un recruiter emerse durante la pandemia sono ovviamente legate alle digital skills: per esempio, l'utilizzo di strumenti come i video colloqui ci ha permesso di trasmettere empatia ai candidati in un periodo molto delicato della ricerca lavoro. Ai recruiter viene chiesta più versatilità e adattabilità alle richieste delle aziende e dei candidati, in riferimento per esempio alla gestione degli appuntamenti e allo svolgimento di colloqui in via telematica.
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